QUANDO GEMMANO DIVENNE LA CASSINO DELL’ADRIATICO

Gemmano, soprannominata la Cassino dell’Adriatico, il ricordo è sempre vivo. Anche perché il paese ancora oggi porta i segni della distruzione di quella battaglia durata dal 4 al 15 settembre del 1944.

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Roosevelt e Churchill a Casablanca

 Tutto ebbe inizio nel Gennaio di un anno prima, quando il Primo Ministro britannico, Winston Churchill, e il Presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, si incontrarono a Casablanca(Marocco) e decisero che la guerra, nella quale Benito Mussolini, dopo una iniziale neutralità, decise di trascinare l’Italia, sarebbe terminata solo con la resa incondizionata delle nazioni nemiche:Germania, Italia e Giappone, e che terminata la battaglia in corso in Africa settentrionale gli alleati si sarebbero trasferiti in Italia.

La guerra in Tunisia terminò i primi di Maggio, con la resa delle armate italo-tedesche, ed il 10 luglio 1943 gli alleati sbarcarono in Sicilia. In quei giorni il Consiglio del Fascismo si ribella a Mussolini ed ilRe Vittorio Emanuele III nomina Pietro Badoglio nuovo capo del Governo al quale le opposizioni, nel frattempo uscite dalla clandestinità, chiesero di porre fine alla guerra. A seguito di questi avvenimenti il rappresentante di Badoglio firmò l’Armistizio che sancì la resa dell’Italia agli anglo-americani. È l’8 settembre 1943.

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3Soldati italiani allo sbando dopo l’armistizio dell’8 settembre

 Dalla resa scaturisce da una parte la lotta di Resistenza antifascista e antitedesca, e dall’altra la reazione di Mussolini che, liberato dai paracadutisti tedeschi sul Gran Sasso, costituisce la Repubblica Italiana Sociale, che ha lo scopo di contrapposi e governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi.

La battaglia in Italia diventa molto particolare perché gli alleati sono sbarcati troppo in basso per conquistare la penisola, dovendola quindi risalire per centinaia di chilometri, attraversando gli Appennini. In questo percorso si seminò distruzione e migliaia di vittime con battaglie molto cruente e distruttive come quella di Cassino.

Nell’estate del 1944 emergono profonde divisioni fra Roosevelt e Churchill ; quest’ultimo vorrebbe affrettare la guerra in Italia per portarsi nei Balcani in funzione antisovietica. Roosevelt è contrario, rinuncia ad inseguire i tedeschi sconfitti e punta sull’offensiva in Francia.

Churchill, sempre più furibondo con Roosevelt, pianifica una battaglia decisiva sulla Linea Gotica per “stritolare” l’esercito tedesco con una manovra a tenaglia. Il primo assalto sul Foglia ha successo. Poi le cose cambiano.

Il generale Oliver Leese, comandante dell’8a Armata britannica, riteneva che, data la debolezza della sua fanteria, il combattimento in montagna e in zone impervie potesse essere letale, mentre la superiorità, per uomini e mezzi, in tutti gli altri settori di combattimento potesse farli prevalere in zone più facilmente accessibili dai mezzi corazzati e dall’artiglieria. Inoltre, mentre l’8a Armata attaccava sulla costa adriatica, la 5a Armata americana avrebbe attaccato al centro, impedendo ai tedeschi di correre in aiuto.

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L’avanzata dell’8a Armata contro la Linea Gotica lungo il Foglia

 Il comando germanico non si attendeva un attacco nel settore adriatico. Cosicchè nella notte del 25 agosto 1944 i polacchi sulla costa, i canadesi al centro e gli inglesi e gli indiani sulla sinistra, superarono il Metauro. I tedeschi furono colti di sorpresa dall’imponenza spaventosa dell’artiglieria alleata e non opposero resistenza. Inizialmente, quindi, tutto corrispose alle ottimistiche aspettative degli alleati.

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Soldati inglesi sul fronte della Linea Gotica

 L’offensiva si arenò invece in quella che avrebbe dovuto essere la fase più facile, e cioè l’avanzata fra Cattolica e Rimini. Gli alleati non tennero conto della particolare conformazione del terreno, impraticabile a seguito di qualsiasi pioggia e attraversato da filari e fossi, luoghi di facile nascondiglio per i cannoni anticarro ed il soldati tedeschi armati di bazooka (che loro chiamavano “panzerfaust”, pugno corazzato).

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Un cingolato inglese colpito da una granata anticarro tedesca

 La divisione corazzata alleata subì inaspettatamente l’impatto contro entrambe questi ostacoli. Poi la sera fra il 3 e il 4 settembre 1944 una pioggia torrenziale, che fece esondare il Conca, ostacolò ulteriormente i già difficili movimenti delle forze corazzate, tanto da costringere il Generale Leese a sospendere l’attacco generale, mentre doveva proseguire l’assalto della 56a Divisione su Croce eGemmano per saggiarne la resistenza.

Italien, Soldaten an Vierlingsflak

Soldati tedeschi e italiani in una postazione lungo la Linea Gotica. San Marino è sullo sfondo

 A Gemmano gli inglesi si trovarono di fronte ad una delle più aspre prove di tutta la battaglia di sfondamento della Linea Gotica. Al loro arrivo si scatenò l’inferno. Prima il 6 settembre e poi l’8.Resistettero fino a tutto il 9 settembre e poi vennero respinti. Il 10 settembre la 46a Divisione britannica rilevò la 56a e riprese l’attacco. Gli inglesi raggiunsero così la punta più alta, ma nella notte ne furono ancora una volta respinti e la maggior parte del promontorio resto in mano tedesca.

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Zollara, teatro di feroci scontri

 Il 13 settembre anche la 46a divisione britannica fu ritirata e il compito di conquistare Zollara fu affidato alla 4a Divisione indiana, mentre gli inglesi furono spostati per riprendere gli attacchi dal crinale di Coriano.

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La mappa dell’assalto decisivo a Gemanno

 Quando il generale Kesserling, informato da Von Vietinghoff, si rese conto della debacle delle truppe tedesche, ordinò l’abbandono del costone di Gemmano, e quando la mattina del 15 settembre i reparti della 4a Divisione indiana mossero all’attacco decisivo, non trovarono che “silenzio e fetore”.Novecento morti tedeschi e alcune centinaia di inglesi giacevano ovunque tra le macerie del paese distrutto e sulle colline terribilmente contese.

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Cosa restava di Gemmano dopo i combattimenti

 Il 30 settembre 2016, al mattino, a Gemmano si svolge la commemorazione della Battaglia alla presenza del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del Prefetto di Rimini, delle autorità civili e militari e delle scolaresche del comprensorio di Morciano di Romagna.L’Amministrazione comunale, con la sponsorizzazione della ditta Rovelli di Montefiore Conca, ha dedicato per l’occasione, a ricordo della battaglia, una mostra di gigantografie dell’epoca esposte sulle pareti delle mura del centro storico.

Riziero Santi